Cogliere pomodori e metterli direttamente nel piatto è un gesto che racchiude tanta salute e maggior soddisfazione, inoltre l’ambiente vi ringrazierà. Cosa state aspettando? E’ ora il momento, non domani, oggi dobbiamo riflettere su quanto le nostre scelte determino conseguenze positive e/o negative su noi stessi, la nostra famiglia e l’ambiente. Nei prossimi anni le generazioni future raccoglieranno ciò che noi seminiamo oggi.
I vantaggi di Potapom, il nostro tutore per pomodori:
- è costruito intorno ad un orto rialzato
- segue la crescita delle piantine
- si smonta, si allunga e può essere abbinato a tutti gli altri prodotti in modo da creare ” isole ecologiche “
- può essere dotato di un tetto per evitare che i pomodori si danneggino per le grandinate o per i primi freddi
Nelle parole del Sig. Alessandro, fondatore del progetto “Il Giardino delle Idee” possiamo gustare un sapore di ricordi in cui l’uomo e la natura erano un tutt’uno:
“Era terra di nessuno, era terra per tutti.
Passavamo in auto, si trattava di 56 o 58 anni fa.
Lungo il Cosia, il torrente che scorreva a Como per entrare nel lago.
Allora non era coperto dal manto stradale.
I Suoi ricordi andavano nel passato e si materializzavano ai miei occhi.
Per chi abitava in città gli orti di guerra erano un sostentamento,
Si trasformavano i pochi metri di riva in piccole aree coltivate.
Chi abitava vicino sfruttava questi lembi di terra per avere una risorsa per improbabili minestroni.
Erano regole non scritte e si rispettavano confini immaginari, nonostante la fame non spariva una zucchina o una carota.
La lotta alla sopravvivenza non uccideva il senso della comunità.
A casa poi si trapiantavano nell’orto le piantine di pomodoro: le piantine arrivavano dal semenzaio, il concime era “compost” ricchissimo di minerali e scarti azotati, il letame era una risorsa che non andava sprecata.
Le piantine erano messe in piena terra, i sostegni ricavato da rami o canne di bambù.
I pomeriggi d’estate dovevo strappare le erbacce: un lavoro noiosissimo che veniva ammortizzato dalle 50 lire da mettere nel salvadanaio.
Pensavo a queste cose mentre tagliavo i pezzi per realizzare il primo prototipo di Potapom.
Mi fermo un attimo per la nostalgia che mi viene quando vengono a galla questi ricordi.
Il Cosia ora è coperto, è un torrente che non da più accoglienza alle lavandaie o agli orti. Penso che un bel Potapom non avrebbe sfigurato allora come oggi in un giardino che abbia le stesse finalità di dare gioia e sostentamento.”